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L’azione dei serious game sul percorso di apprendimento

L’azione dei serious game sul percorso di apprendimento

Quali sono le fasi di creazione di un serious game e come si adatta alla riabilitazione di un singolo: l’intervista alla dottoressa Mariagrazia Benassi

All’interno di un precedente articolo abbiamo parlato dei serious game, della loro funzione e dei vantaggi che presentano all’interno di un percorso riabilitativo.

L’utilizzo di serious game o di applied game diventa particolarmente efficace per coloro che presentano difficoltà come, ad esempio, un Disturbo Specifico dell’Apprendimento o altri distubi del neurosviluppo (autismo, ADHD).

Ma come si costruisce davvero un serious game? E per chi è adatta questa tipologia di riabilitazione?
Lo abbiamo chiesto alla Dottoressa Mariagrazia Benassi, professoressa associata in Psicometria e responsabile del Laboratorio di Psicometria e Neuropsicologia del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna, che ci riporta l’esempio tangibile di Proffilo, il serious game progettato da Develop Players.


Dottoressa, abbiamo spiegato cosa sono i serious game, ma come vengono costruiti?

I serious game, che hanno come obiettivo la riabilitazione o l’apprendimento, vengono progettati partendo da una conoscenza profonda di quali siano i meccanismi cognitivi alla base dell’apprendimento, oltre che a una consapevolezza sulle difficoltà che devono essere potenziate o riabilitate. Nel caso, ad esempio, dei ragazzi con difficoltà di apprendimento sarà importante conoscere a fondo quali sono i profili di apprendimento, quali i processi da allenare e/o riabilitare e, quindi, quali tempistiche sono opportune per avere efficacia. Per la realizzazione, noi clinici ci interroghiamo prima di tutto su come aiutare coloro che presentano un disturbo o una difficoltà specifica  a migliorare le proprie capacità. Alla base di ogni modello di intervento ci deve essere una ricerca scientifica che studia e renda valido il modello stesso e i suoi risultati. Solo attraverso studi di validazione dell’efficacia del gioco è possibile considerarlo utilizzabile per lo scopo riabilitativo.


È importante ricordare che ogni persona che presenta un disturbo sia un caso a sé, per il quale viene individuata un’apposita strategia di riabilitazione. Questa scelta avviene anche per i serious game?

Assolutamente. Dopo aver chiarito quale sia il profilo cognitivo del bambino e/o dell’adolescente – perché ricordiamo che questi giochi sono pensati per una fascia di età molto vasta che va dai 5 ai 18 anni – i clinici valuteranno quale sia il serious game migliore per lui/lei, in modo che si possa adattare al suo stile di apprendimento e lo aiuti nel modo più efficace e veloce possibile.


E in questo il nuovo serious game di Develop Players, Proffilo, offre un grande aiuto.

Si. Proffilo è nostro primo gioco. Lo abbiamo creato per i ragazzi e i loro docenti, ma anche per aiutare il terapista che effettua la riabilitazione a conoscere meglio le caratteristiche cognitive di ogni singolo studente. Proprio da questo prende il suo nome, perché delinea quale sia il profilo cognitivo di ogni persona. In particolare, va ad analizzare quali sono le competenze nell’ambito della memoria, del linguaggio, dell’attenzione, della logica e della percezione visiva. Per il terapista il gioco diventa un vero e proprio strumento di screening, ciò che serve a capire quali passi intraprendere durante un percorso riabilitativo.
In concomitanza a questo, Proffilo permette al ragazzo/a, nel momento in cui gioca, di conoscere meglio le proprie potenzialità e i propri punti di forza, oltreché quelli di debolezza su cui dovrà allenarsi.


E per quanto riguarda il docente?

Nella versione per i docenti, Proffilo è un ottimo strumento per aumentare la consapevolezza dell’insegnante e per aiutarlo nella stesura di un piano didattico personalizzato. È da sottolineare che Proffilo vuole essere un gioco che fa da ponte fra docenti, studente e terapista, dando la possibilità di condividere informazioni importanti sulle potenzialità cognitive dei singoli studenti.


In cosa consiste il gioco?

Proffilo ha una durata di soli 30 minuti. Presenta uno storytelling semplice che aiuta e motiva la persona che lo gioca – sia esso un/a bambina/o un/a ragazza/o – ad effettuare le diverse prove. Ognuna di queste restituisce un risultato specifico per una delle aree investigate: ci sarà una prova per la memoria, una per l’attenzione, una per il linguaggio, una per la logica e una per la percezione visiva.


Può farci un esempio di prova che chi gioca si troverà ad affrontare?

Nella prova di logica, ad esempio, è inserita una immagine composta di diversi elementi. A questa viene tolto un pezzo. Il giocatore, come in un puzzle, deve perciò trovare il pezzo che corrisponde a quello mancante per completare la logica della figura che si troverà davanti.


Possiamo anche affermare che il gioco abbia una validità scientifica?

Si, il gioco è già stato sperimentato da più di 2500 fra bambini e ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado. Questo ha permesso di studiarne la validità scientifica attraverso il confronto dei risultati ottenuti con Proffilo rispetto ai risultati che provengono da test clinici standard. Dallo studio è emerso che esiste una buona corrispondenza tra quello che ci dice Proffilo sulle abilità cognitive e quello che dicono i test clinici. Confermando la sua validità, possiamo utilizzare Proffilo sia in contesto educativo che clinico per fare screening dei deficit cognitivi tipicamente associati ai disturbi dell’apprendimento.

Grazie a questa attività possiamo quindi pianificare interventi di potenziamento cognitivo personalizzati in grado di tener conto delle differenze individuali. Se Proffilo ha raggiunto il nostro primo obiettivo di creare un serious game per lo screening, quello successivo è di proporre nuovi applied game con scopi riabilitativi. Il primo, Eye-Riders, finalizzato al potenziamento dell’attenzione, è già stato utilizzato con ottimi risultati da più di cinquanta studenti della scuola primaria. Space-RAM invece, è il gioco che stiamo sviluppando e verterà sulla memoria.

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