DSA e ADHD test: Come Affrontare la valutazione

Test Dsa e Adhd

Affrontiamo l’importanza di una valutazione professionale per la diagnosi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD), sottolineando i limiti dei test online. Descriviamo la complessità dei DSA, che includono dislessia, discalculia e disgrafia, e rileva che la diagnosi richiede un insieme di strumenti specifici, tra cui test neuropsicologici, valutazioni dell’apprendimento e colloqui clinici, che solo professionisti qualificati possono somministrare.

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ADHD: Cos’è e Come Supportare chi ne è affetto

ADHD videogames

Nel nostro ultimo articolo, esploriamo in profondità cos’è l’ADHD, un disturbo neurocomportamentale che incide significativamente sulla capacità di mantenere l’attenzione, l’autocontrollo e la gestione dell’iperattività. Distinguendo tra ADHD e DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), evidenziamo l’importanza di un approccio multidisciplinare per la diagnosi e il trattamento. Scopri come un team di professionisti può aiutare i ragazzi con ADHD a navigare le sfide scolastiche e sociali e come la famiglia può fornire un supporto essenziale. Leggi l’articolo completo per approfondire.

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Che cosa sono i DSA?

Disturbi del neurosviluppo

I Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), sono disturbi del neuro-sviluppo. Ciò significa che caratterizzano la persona fin dalla nascita. La loro manifestazione, tuttavia avviene nel momento in cui il bambino è chiamato ad acquisire gli apprendimenti di base, ovvero lettura, scrittura e competenze aritmetiche. Infatti, i DSA si differenziano in Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia.   

 

Per Dislessia si intende una difficoltà specifica e significativa relativa alle abilità di lettura, e soprattutto nel processo di automatizzazione della stessa. Le persone con dislessia trovano molto faticosa l’attività di lettura che per loro non risulta fluida ed automatica. Leggeranno quindi molto lentamente e/o commetteranno molti errori. Spesso gli errori tipici consistono nell’inversione di lettere (ad esempio leggere “li” al posto di “il”), oppure sostituzione di lettere all’interno delle parole o anche omissione, o ancora un completamento sbagliato della parola che si era cominciato a leggere correttamente.  

 

Si parla di Disortografia quando a non essere automatizzato è il processo di recupero delle regole ortografiche e grammaticali. La persona ha tutte le capacità necessarie a comprendere e apprendere la grammatica, ma nel momento in cui le viene chiesto di attivare le sue competenze in modo automatico come in un compito di scrittura spontanea o sotto dettatura, ecco che diventa molto facile incappare in errori simili a quelli citati per la lettura, ovvero omissioni, sostituzioni di lettere o segni come apostrofi o accenti. 

 

Rimanendo nell’ambito della scrittura, anche la Disortografia fa parte dei DSA, e nello specifico consiste nella difficoltà a rendere automatico il sistema motorio di cui necessitiamo per scrivere. In questi casi la persona non presenta altre difficoltà sul piano motorio, ma fatica comunque a produrre un tratto grafico con la penna o la matita, che sia sufficientemente fluido e leggibile. Pertanto, le persone con disgrafia avranno una scrittura molto caotica e difficilmente decodificabile, anche da se stessi, alcuni avranno anche difficoltà nell’utilizzare in modo adeguato lo spazio del foglio mentre scrivono, facendo quindi fatica, ad esempio, a rimanere nelle righe o nei quadretti. 

 

La Discalculia, invece, è uno dei DSA più complessi, in quanto coinvolge sia le abilità necessarie alla letto-scrittura del numero, al conteggio, alla percezione della sequenzialità, sia tutte le competenze relative alle procedure di calcolo, ma anche alla rappresentazione della quantità. 

 

 

È importante ricordare che le persone con DSA presentano competenze cognitive di base assolutamente nella norma. questi ragazzi, presentano tuttavia, alcune caratteristiche che coinvolgono anche altre funzioni cognitive. Spesso sperimentano difficoltà nel mantenere la concentrazione a lungo, o nel ricordare numeri o termini specifici. O altri ancora troveranno difficile gestire lo spazio nel loro quaderno, oppure nel pianificare le proprie attività quotidiane e faranno confusione nell’organizzarsi e gestire i propri impegni. 

 

All’inizio di questo articolo abbiamo sottolineato il carattere neurobiologico dai DSA e quindi caratterizzanti la persona fin dalla nascita. Essendo una caratteristica intrinseca alla persona, non è possibile considerarla una sorta di malattia, ma semplicemente come una modalità particolare di funzionare quando si tratta di apprendere nuovi contenuti e competenze scolastiche. Infatti, parliamo della specificità di questi disturbi proprio per sottolineare che le difficoltà incontrate sono tendenzialmente circoscritte alla gestione degli apprendimenti scolastici in classe e a casa, non si tratta di problematiche pervasive della persona. In altri contesti che non siano quello didattico, come possono essere ambienti sportivi, o ludici, o artistici, ad esempio, le difficoltà di chi ha un DSA saranno molto mento evidenti se non per nulla manifeste. In quanto caratteristica del funzionamento della persona, e non condizione patologica, non è possibile parlare di guarigione o di “cura” per i DSA, tuttavia è possibile e anzi auspicabile, intervenire quanto più precocemente, per costruire modalità di aiuto utili ad accompagnare questi ragazzi in un percorso scolastico quanto più sereno e fruttuoso. 

 

Secondo i dati raccolti dal MIUR, nell’anno scolastico 2020/2021 la percentuale di studenti aventi DSA sul totale dei frequentanti, è pari al 7,9%. Si tratta quindi di un numero di studenti considerevole, i quali necessitano di interventi personalizzati nella didattica, alla luce del loro funzionamento specifico. Come detto sopra, i ragazzi con DSA presentano buone abilità cognitive, per questo gli interventi in classe consisteranno nell’introdurre alcune strategie e strumenti ad Hoc per le modalità di apprendimento tipiche e non la costruzione di un programma diverso con obiettivi differenti rispetto ai propri compagni senza DSA.  

Nel 2010 è stata completata una legge (legge 170/2010), che tutela i ragazzi con Disturbo Specifico di Apprendimento e accompagna le scuole nella gestione delle loro difficoltà in classe, prevedendo strumenti compensativi e strategie dispensative utili. Per esempio, per questi ragazzi è importante una riduzione del carico di lavoro in classe e nei compiti a casa, in modo da permettere loro la massima efficienza nell’impiego delle proprie risorse cognitive. Chi ha un DSA si affatica molto nell’esecuzione dei compiti, molto più dei propri compagni; pertanto, i tempi attentivi e produttivi saranno nettamente inferiori. Inoltre, di grande utilità è l’introduzione di strumenti compensativi come mappe cognitive, schemi, quaderni che riassumano regole di grammatica e matematica, che li aiutino nel recupero in memoria delle conoscenze, per loro non automatico. 

 

Ma cosa fare se ci si accorge che il proprio bambino/a o ragazzo/a presenta delle difficoltà scolastiche che non sembrano risolversi? Di solito sono gli insegnanti che, grazie alla loro esperienza si accorgono di eventuali caratteristiche che potrebbero ricondursi a un DSA e suggerisce alla famiglia un approfondimento. Per ricevere una valutazione o una diagnosi è necessario rivolgersi ai servizi pubblici presso le sedi USL del proprio territorio, oppure a psicologi o neuropsichiatri privati che dopo un’attenta raccolta di dati sia anamnestici sia attraverso la somministrazione di prove specifiche, saranno in grado di delineare e le caratteristiche presentate sono o meno riconducibili a un profilo di DSA. Una volta confermata la presenza di DSA, la scuola redigerà annualmente un Piano Didattico Personalizzato: un documento che coinvolge anche la famiglia dell’alunno e che dichiara quali strumenti e strategie saranno applicate dal corpo docenti per gestire la didattica in favore del funzionamento specifico di quell’alunno.