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Linea Guida dell’ISS: alcune novità sulle questioni cliniche inerenti i DSA

Linea Guida dell’ISS: alcune novità sulle questioni cliniche inerenti i DSA

La Linea Guida è una revisione sistematica dei più recenti studi prodotti dalla comunità scientifica ed è volta a dare indicazioni alle scelte dei clinici e a tutte le figure che si occupano della gestione dei Disturbi Specifici di Apprendimento

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato nel novembre 2021 la nuova Linea Guida inerente la gestione dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA). Questa fornisce le indicazioni cliniche più aggiornate redatte da esperti appartenenti alle principali associazioni scientifiche nazionali che si occupano delle tematiche sui DSA. Tali indicazioni sono frutto di una revisione sistematica accurata dei lavori scientifici pubblicati negli ultimi anni da ricercatori di tutto il mondo. Il lavoro della Linea Guida, inoltre, nasce come revisione delle indicazioni già pubblicate dall’ISS negli anni precedenti, a partire dal documento più importante in materia, la Consensus Conference del 2010.

Per capire quali novità siano state introdotte, abbiamo intervistato il Dottor Luigi Marotta, logopedista e membro della Commissione Esecutiva per l’aggiornamento della Linea Guida.


L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato la nuova Linea Guida per i DSA a distanza di più di dieci anni dalla prima Consensus Conference. Lei è stato fra gli esperti che hanno contribuito alla stesura di questo importante documento: che cosa rappresentano?

La Linea Guida è un documento importantissimo a cui si devono riferire tutti i clinici che si occupano di DSA. Inoltre, questa ha ricadute anche negli ambienti non clinici, come la scuola, tutti gli enti educativi, le istituzioni. È pubblicata all’interno del sito dell’ISS nell’area dedicata al Piano Nazionale e rappresenta il frutto di un lavoro di tre anni svolto dai maggiori esperti appartenenti alle diverse associazioni scientifiche italiane.  È stato un importante passo che richiedeva queste lunghe tempistiche: le informazioni ricavate rappresentano, infatti, una integrazione delle scoperte scientifiche e cliniche più recenti sul riconoscimento (includendo anche gli indici predittivi e di fattori di rischio), la valutazione e la presa in carico di bambini, adolescenti e adulti con disturbo specifico di apprendimento. Queste esaminano numerose questioni inerenti i DSA e il loro trattamento, integrano nuove indicazioni per le diagnosi esistenti e presentano indicazioni specifiche per le diagnosi completamente nuove.


Perché è stato necessario rivedere quelle esistenti?

Come tutti Documenti Linee Guida, queste devono essere aggiornate costantemente visto lo sviluppo costante e veloce delle conoscenze e le nuove evidenze scientifiche. Rinnovare tali raccomandazioni è necessario per far sì che i clinici abbiano una visione più completa su come affrontare le problematiche delle persone con DSA, nonché per promuovere degli effetti positivi anche in altri ambiti come quello scolastico, socio-assistenziale e lavorativo.

I principali obiettivi che ci siamo posti sono stati, quindi, quelli di includere nel documento finale aspetti precedentemente non presi in considerazione. Inoltre, abbiamo voluto risolvere gli aspetti controversi nelle pratiche diagnostiche attuali, uniformare i protocolli diagnostici e migliorare i protocolli riabilitativi, ovvero le indicazioni per la riabilitazione.


Quali sono quindi le principali novità?

Oltre a parlare di aggiornamenti dobbiamo anche includere delle novità.
I primi hanno visto un ammodernamento rispetto ad abilità già studiate in passato (ne sono un esempio gli indicatori predittivi). Tuttavia, le innovazioni principali riguardano dei quesiti che, fino ad oggi, non erano mai stati presi in considerazione.

Un primo esempio è la diagnosi di DSA nell’adulto. La sua introduzione rappresenta un passo molto importante, soprattutto per l’applicazione della legge 170 sui DSA, la quale consentirà adesso di svolgere esami – quali, ad esempio, concorsi pubblici, patenti o simili – ma tenendo conto delle difficoltà di lettura del soggetto. Ciò significa che quest’ultimo sarà certificato nelle difficoltà dovute al proprio disturbo.

Una seconda novità ha invece visto l’introduzione della diagnosi di DSA per persone esposte a bilinguismo. Considerando il carattere sempre più multiculturale della nostra società era uno step fondamentale e imprescindibile: si pensi alla valutazione di un bambino che è appena arrivato nel nostro Paese e non riesce ancora a leggere un testo. Sicuramente non potremmo valutarlo con le stesse modalità di chi è nato e vissuto qua ed è da sempre esposto a letture e scritture in italiano.

Infine, come ultima novità abbiamo individuato una nuova declinazione del disturbo specifico di comprensione al testo. Questa può rendere complessa la comprensione del significato di un brano per coloro che sanno leggere perfettamente. Il fattore può diventare molto invalidante nella vita quotidiana e merita una specifica diagnosi e terapia compensativa.


Le linee guida sono quindi pensate per i clinici?

Si, poiché si rivolgono primariamente alle diverse figure professionali coinvolte nella ricerca, nella diagnosi e nel trattamento delle persone con DSA. Queste rappresentano, infatti, ciò che la comunità scientifica ha dimostrato servire ad avvalorare le scelte terapeutiche di chi lavora su questi disturbi.
Ma le implicazioni delle raccomandazioni investono, naturalmente, anche gli ambiti scolastico, lavorativo e assistenziale.


Esistono anche delle Linee Guida apposite per gli insegnanti?

Per quanto riguarda i docenti le linee guida vengono stabilite dal Ministero dell’Istruzione e pubblicate sul suo sito. Anche queste hanno visto degli aggiornamenti e dei nuovi protocolli operativi negli ultimi anni.


Mentre per i genitori?

Generalmente le Linee Guida vengono date a chi lavora con i bambini, ma i genitori hanno preso parte al processo decisionale dietro le nuove direttive. Questo perché potessero condividere la loro esperienza quotidiana rispetto alla patologia.
Esistono comunque tanti documenti, come ad esempio quello pubblicato dall’Associazione Italiana Dislessia, dove si spiega il disturbo al genitore e gli si danno dei consigli.

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