La presenza di fattori di rischio nei DSA e gli indici che possono condurre a una sua identificazione: le risposte della Dottoressa Sara Giovagnoli e i riferimenti ai maggiori studi condotti in merito al disturbo.
Le traiettorie di sviluppo di un individuo rispondono a un complesso intreccio di fattori di rischio, riferiti tanto all’individuo stesso quanto al contesto in cui è inserito. Sono proprio questi fattori che possono condurre alla presenza di un disturbo come quello Specifico dell’Apprendimento nel soggetto.
In un’intervista con la Dottoressa Sara Giovagnoli abbiamo parlato di cosa si intenda per Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), ma quali sono i fattori che possono portare alla sua presenza? Ed è possibile individuare in anticipo un Disturbo Specifico dell’Apprendimento?
I “fattori di rischio” associati ai DSA
Per “fattore di rischio” si intende una condizione che risulta staticamente associata a una malattia o a un disturbo e che, pertanto, si ritiene possa essere correlata alla sua patogenesi, favorendone lo sviluppo o accelerandone il decorso.
Tra i fattori di rischio per cui è stata dimostrata o ipotizzata l’associazione con lo sviluppo di DSA vi è:
- Aver subito due o più anestesie generali successive al parto e prima dei quattro anni di vita;
- Appartenenza al genere maschile;
- Presenza di un disturbo del linguaggio;
- Familiarità nel nucleo familiare per DSA.
L’assenza di tali fattori non esclude la comparsa di patologie o disturbi, ma la sua compresenza aumenta notevolmente il rischio di comparsa della condizione clinica. A fronte di ciò è quindi possibile individuare nel bambino i cosiddetti “indici predittivi”, ovvero caratteristiche associate al paziente le quali possono rivelare determinate condizioni cliniche e il loro sviluppo.
Quali sono gli indici predittivi che suggeriscano la presenza del disturbo?
Nel caso della diagnostica di un DSA, gli indici predittivi possono essere osservati al meglio all’interno di un contesto scolastico, riuscendo a misurare il funzionamento cognitivo e linguistico del paziente.
Sebbene la normativa vigente stabilisca che un disturbo dell’apprendimento possa essere accertato solo al secondo anno (per l’area della scrittura o della lettura) o al terzo anno (per l’area della matematica) della scuola primaria, è possibile identificare con anticipo alcune caratteristiche dalle quali ipotizzare la presenza del disturbo.
“Gli indici predittivi della presenza di DSA riguardano aspetti legati all’elaborazione fonologica, metafonologica e al linguaggio– spiega la Dottoressa Giovagnoli -. È importante anche valutare la funzionalità delle abilità cognitive “trasversali” agli apprendimenti, come ad esempio la memoria, l’attenzione e le funzioni esecutive così come le abilità prassico-motorie. Domande tipiche che vengono fatte in fase anamnestica riguardano eventuali difficoltà del bambino nell’imparare ad allacciarsi le scarpe o i bottoni, o a imparare a distinguere la destra dalla sinistra o ancora a memorizzare le filastrocche o i giorni della settimana”.
Nonostante tali riferimenti è però necessario ricordare che gli studi inerenti al rapporto tra i determinati predittori in età prescolare e gli esiti di DSA siano scarsi e, nella maggior parte dei casi, condotti su una campione anglofono. Il che rende difficile traslare i risultati su una popolazione italiana. Tuttavia, in accordo con i più accreditati modelli teorici relativa al disturbo, è stato evidenziato come ogni indice predittivo contribuisca in maniera variabile e possa mutare nel tempo: proprio per questo è stato raccomandato di non anticipare in alcun modo la diagnosi del disturbo, che potrebbe non verificarsi realmente.