DSA: Superare la Paura della Diagnosi è Possibile?

ADHD

Superare il timore di ciò che comporta una diagnosi di Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) è possibile, ma non basta rassicurare bambini e genitori che vivono il disturbo. Occorre un lavoro costante di sensibilizzazione dell’intera società.

L’ignoto spaventa: la presenza di difficoltà delle quali non si conoscono le cause e le conseguenze può alimentare timori e dubbi. Avere una diagnosi DSA, però, non sempre porta sollievo, ma può alimentare o far nascere nuove paure o insicurezze. È il caso, ad esempio, dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA). Ancora oggi l’attenzione intorno al tema dei DSA è principalmente circoscritto a coloro che ne sono interessati in prima persona.

Le principali paure che un bambino e/o adolescente può provare a fronte di una diagnosi DSA sono legate alle reazioni e relazioni sociali. Una delle prime paure, sia negli adolescenti che nei bambini, è la non accettazione di sé. Generalmente i bambini e i ragazzi tendono a pensare che il proprio gruppo di pari possa vederli come diversi e, di conseguenza, credono di incorrere in stigmatizzazioni e incomprensioni che possano portarli ad essere isolati. Questa situazione si crea ad esempio quando c’è la necessità di utilizzare strumenti compensativi DSA per lo studio o quando si adottano strategie dispensative. Il timore del bambino o ragazzo con DSA a fronte dell’uso di ausili o strategie è quello di essere percepito come in una condizione di inferiorità o, al contrario, di privilegio. 

Un’altra paura è invece intrinseca e soggettiva: il timore del fallimento o peggio, la paura di avere problematiche che riguardano il funzionamento intellettivo. Le paure relative alle proprie capacità e competenze possono portare il ragazzo che le vive a mettere in discussione ciò che sarà in grado di fare in futuro e, di conseguenza, possono influire negativamente sulle scelte da operare in ambito scolastico e lavorativo. Questa paura purtroppo, se non riconosciuta e supportata, può essere talvolta vissuta in modo totalizzante fino a sfociare in psicopatologie.

Questi timori e credenze errate che sono originate e alimentate dalla paura devono essere gestite e calmierate dagli adulti, come insegnanti e genitori. 

All’interno della classe, ad esempio, è nel momento di confronto con i pari che gli insegnanti possono far emergere che ciò che caratterizza i bambini con DSA e BES fa parte della neurodiversità che accomuna tutti gli individui. Allo stesso modo a casa saranno i genitori a far comprendere l’importanza del riconoscimento della neurodiversità e la valorizzazione delle qualità individuali, che comprendono sia i punti di fragilità, che hanno bisogno di essere riconosciuti e supportati, che i punti di forza, che devono essere valorizzati.

Per i genitori, rispetto ai propri figli le paure sono spesso dovute principalmente alla scarsa conoscenza del problema e sono generalmente trasversali. Queste possono riguardare sia aspetti socio-relazionali ed emozionali sia aspetti pratici. 

Il genitore, davanti ad una diagnosi DSA, si preoccupa principalmente delle conseguenze della diagnosi sul piano socio-relazionale ed emotivo del proprio figlio. Come vivrà mio figlio la diagnosi DSA? Cosa penserà di sé stesso e delle proprie capacità? Sarà in grado di accettare gli strumenti e gli ausili compensativi DSA?

Queste sono alcune delle domande che tipicamente un genitore si pone (e pone al clinico) circa la reazione del proprio figlio alla diagnosi DSA.

Oltre a queste preoccupazioni, la famiglia si troverà a scontrarsi anche con i timori riguardanti l’ambiente sociale e scolastico nel quale il bambino/ragazzo è inserito. Il genitore teme che il proprio figlio possa venire etichettato, emarginato e che possa incorrere in atti di bullismo da parte del gruppo di pari. O ancora, si chiede se gli insegnanti saranno in grado di aiutarlo e supportarlo in modo efficace e se saranno in grado di gestire le possibili reazioni dei compagni alla comunicazione della diagnosi DSA.

Alcune paure e dubbi riguardano l’aspetto legale-normativo. Alcuni genitori temono che la presenza di una diagnosi DSA possa influire o ostacolare (da un punto di vista legale) le scelte lavorative future del proprio figlio. “Se in futuro mio figlio volesse fare un concorso avrebbe dei vincoli specifici in funzione della diagnosi DSA?”. E ancora, “In futuro, mio figlio sarà sempre costretto a dichiarare di avere un Disturbo Specifico di Apprendimento? Per esempio ad un colloquio di lavoro?”. Ovviamente la risposta è no.

La diagnosi DSA non ostacola in alcun modo l’eventuale accesso a concorsi pubblici e il ragazzo, in futuro, non sarà costretto a dichiarare la presenza di DSA. Al contrario, la certificazione del disturbo, potrebbe agevolare i processi di selezione/accesso tramite concorso o esame. Il ragazzo potrà infatti, se lo vorrà, usufruire degli strumenti compensativi/dispensativi o l’adattamento della prova secondo la normativa vigente. In altre parole, la diagnosi DSA non è vincolante ma, al contrario, tutela i diritti della persona.

La paura più classica è infine quella che riguarda sé stessi. I genitori si chiedono se saranno in grado di sostenere, aiutare e supportare il proprio figlio durante il suo percorso scolastico e di vita. Si preoccupano di non essere in grado di rispondere a tutte le domande del figlio e risolvere i suoi dubbi o di evitare che le proprie paure contribuiscano ad aumentare quelle del figlio.

I clinici e gli educatori hanno un ruolo fondamentale per gestire la paura sia per il genitore sia per il bambino. Le parole d’ordine sono due: conoscenza e condivisione. Promuovere iniziative e dialoghi in cui poter parlare della neurodiversità oltre che dei disturbi è fondamentale. Sapere che cosa significa avere un DSA, che cosa comporta, quali strumenti compensativi DSA poter utilizzare e su quali aspetti non doversi preoccupare è il primo fattore per combattere i timori di chi vive quotidianamente il disturbo.

Condividere con altri genitori le paure e le strategie per superarle è altrettanto importante e le associazioni dei genitori in questo ambito sono molto preziose per loro come supporto e spazio di discussione e scambio.

Dal punto di vista degli specialisti che operano per aiutare persone con DSA e BES e le loro famiglie, quali psicologi e logopedisti e educatori, questi possono promuovere delle iniziative che possano sensibilizzare al tema delle neurodiversità, delle caratteristiche che rendono diverso ogni bambino dall’altro e come queste differenze, che si configurano come fragilità e punti di forza, rendano ogni bambino unico. Lo sforzo deve essere quello di sottolineare che il termine “diversità” non abbia un’accezione negativa ma, al contrario, si configuri come una risorsa. Nella maggior parte dei casi si può notare come le paure vengano più facilmente superate nel momento in cui l’individuo entra in contatto con realtà inclusive, che comprendano e conoscano le difficoltà a cui va incontro un ragazzo con DSA.

Negli studenti il superamento delle preoccupazioni dipende molto dall’ambiente scolastico e famigliare. L’utilizzo degli strumenti compensativi DSA inseriti a fronte della diagnosi e della stesura del Piano Didattico Personalizzato (PDP), permette allo studente di raggiungere traguardi scolastici a cui difficilmente avrebbe potuto accedere in precedenza. In questi casi la diagnosi DSA contribuisce ad alimentare il senso di autoefficacia e la motivazione dello studente che, finalmente, riesce a sentirsi capace di apprendere e di superare le sfide scolastiche.

In alcuni casi, la percezione di diversità e incompetenza può durare a lungo, soprattutto quando la diagnosi DSA arriva tardivamente. Se, da un lato, questa può rappresentare un sollievo per i ragazzi che hanno vissuto a lungo nell’incertezza, dall’altro può risultare più difficile per il ragazzo accettare e condividere il proprio disturbo DSA con gli altri, soprattutto con i coetanei. In questi casi, potrebbe essere necessario un supporto emotivo e psicologico per aiutare i ragazzi a gestire i propri sentimenti e ad affrontare la situazione con maggiore serenità e consapevolezza.

Programmi di educazione e sensibilizzazione al tema del riconoscimento della neurodiversità sono fondamentali, sia all’interno delle classi, sia a livello sociale. Negli ultimi decenni si trovano molte più informazioni e articoli scientifici che trattano il tema DSA. Il problema è che, solitamente, questi vengono letti e consultati soltanto da chi presenta il disturbo DSA o lo vive quotidianamente. Dovremmo invece trovare delle modalità per sensibilizzare la società al tema delle differenze individuali, facendo in esse rientrare anche le differenze derivanti dalla presenza di disturbi del neurosviluppo.

All’interno delle scuole il tema DSA dovrebbe essere trattato a prescindere della presenza di bambini che presentano disturbi specifici di apprendimento. Se questo accadesse fin dalla scuola dell’Infanzia, non ci sarebbe necessità di “correre ai ripari” successivamente nelle situazioni di disagio o di marginalizzazione che vengono vissute durante il percorso scolastico.

Tutto questo non solo potrebbe contribuire a far conoscere alla società in generale che cosa sia il disturbo specifico di apprendimento DSA, ma aiuterebbe chi lo presenta ad accettarlo più facilmente e permetterebbe di riconoscere i segnali della sua presenza precocemente e di accertarla tramite valutazione clinica senza alcun timore di stigmatizzazione.

Se sei un docente e vuoi proporre una formazione per la tua scuola, contattaci per parlare di diagnosi e di neurodiversità.

Per prima cosa è necessario ricordare ai genitori che i professionisti che hanno effettuato la valutazione e relativa relazione diagnostica DSA sono sempre a disposizione per tutte le domande o i dubbi rimasti in sospeso. I genitori si possono rivolgere a loro in qualsiasi momento e potranno chiedere aiuto anche per la gestione dei rapporti con le scuole.

Un altro consiglio è quello di entrare in contatto con le associazioni del territorio – come, ad esempio, l’Associazione Italiana Dislessia – che offrono la possibilità di confrontarsi con genitori e famigliari, studenti e studentesse con DSA, insegnanti e professionisti del settore i quali possono offrire un valido supporto sia sul piano pratico che emozionale. Per necessità specifiche, è meglio evitare di affidarsi ad informazioni standardizzate e non ufficiali reperibili in rete, ma piuttosto di rivolgersi a centri riconosciuti a livello internazionale e nazionale o a istituzioni e aziende come Develop-Players in cui professionisti che da anni lavorano sul tema dei disturbi specifici di apprendimento DSA e che possono quindi supportare le famiglie e le scuole sul piano pratico ed emozionale.

Se sei un genitore contattaci per parlare di diagnosi e di neurodiversità!