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Dislessia: cosa c’è alla base del più diffuso Disturbo di Apprendimento

Dislessia: cosa c’è alla base del più diffuso Disturbo di Apprendimento

Come identificare la presenza di dislessia: i sintomi e la diagnosi del disturbo

La dislessia rappresenta il più comune tra i Disturbi Specifici dell’Apprendimenti a livello globale, colpendo il 3-7% della popolazione mondiale. Si tratta di un deficit che interessa gli automatismi nei meccanismi di lettura, rendendoli lenti e difficoltosi, con la presenza di numerosi errori che frequentemente causano difficoltà di comprensione del testo.


Le cause e i sintomi

La dislessia rappresenta un disturbo neurobiologico presente fin dalla nascita, non si sviluppa quindi nel tempo attraverso cause ambientali e/o emotive.

Al contrario di quanto avviene nelle prime fasi di apprendimento di un bambino, chi presenta il disturbo ha difficoltà ad automatizzare la capacità di riconoscere un grafema – come, ad esempio, una lettera – e ad associarlo a un suono.

Tale difficoltà provoca nel bambino con dislessia lentezza e scorrettezza nella lettura associati a un grande affaticamento mentale durante il compito stesso. Le  difficoltà si estendono anche a livello cognitivo: quando si richiede al bambino di iniziare a studiare – quando, quindi, la lettura diventa un mezzo tramite il quale acquisire informazioni –, quest’ultimo si scontra con l’incapacità di ricordarsi e capire i contenuti letti. Concentrando, infatti, tutte le sue energie nella lettura del testo, il bambino conclude generalmente la lettura senza essersi focalizzato sul significato di ciò che ha letto.


La diagnosi

Durante le prime fasi di apprendimento, ogni individuo presenta dei tempi di sviluppo diversificati. In generale, è stato constatato che l’automatismo della lettura si raggiunge attorno  alla fine del secondo anno della scuola primaria: è in questo periodo che in genere si è in grado di leggere in maniera sufficientemente accurata.

Proprio per questo motivo, la normativa vigente rispetto ai DSA ha sottoscritto che, per poter dare una diagnosi certa di dislessia, occorra attendere la fine del secondo anno della scuola primaria. Laddovevengano notate nel bambino delle difficoltà importanti nel meccanismo di lettura, è necessario rivolgersi al ai servizi territoriali presenti sul territorio di residenza per richiedere una diagnosi. In base alle direttive regionali, l’Azienda Sanitaria Locale (ASL) interverrà per indirizzare la valutazione all’interno delle sue sedi o inviare verso strutture private convenzionate.

Prima di una valutazione diagnostica verrà però richiesto al genitore di escludere, attraverso visite specialistiche – come visite oculistiche, audiometriche o valutazioni di tipo cognitivo sulle capacità intellettive di base-, la presenza di altri fattori  che possano essere causa della difficoltà di apprendimento del bambino.

Una volta verificata l’assenza di ulteriori motivi che potrebbero indurre il bambino a presentare dei deficit o ritardi nell’apprendimento, i genitori potranno fissare una valutazione diagnostica per accertarsi della presenza di dislessia.


La cura

Come per ogni altro DSA, anche per la dislessia non è prevista una cura. Il disturbo permane per tutto il corso della vita ma il bambino o il ragazzo con dislessia può compensare le proprie difficoltà e potenziare le proprie abilità attraverso trattamenti riabilitativi.

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