Che cosa significa Piano Didattico Personalizzato?

Un aiuto per gli studenti che si trovano ad affrontare difficoltà cognitive e/o emotive: in cosa consiste il PDP?

Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) rappresenta un programma educativo predisposto per gli studenti che presentano Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) o che rientrano all’interno della categoria dei Bisogni Educativi Speciali (BES).

Il piano vuole essere un ausilio per coloro che nutrono difficoltà, così da agevolarli nel proprio percorso scolastico grazie a strategie di compensazione e dispensazione nei deficit cognitivi e/o disagi emotivi che presentano.

Il PDP non richiede necessariamente una diagnosi per essere stilato. Se questa è però presente, gli insegnanti sono tenuti – secondo normativa – ad attivarsi immediatamente per la creazione del documento che definisca il piano.


Il PDP dopo la diagnosi di DSA

Dopo aver ricevuto una valutazione clinica – e una conseguente conferma del disturbo – il genitore è tenuto a riportare la diagnosi alla scuola e agli insegnanti. Al primo consiglio di classe disponibile, questi ultimi stileranno il PDP all’interno di uno specifico documento. Questo rappresenta un atto ufficiale tra due parti, come un contratto: necessita, infatti, della firma dei docenti e dei genitori. Proprio la famiglia, prima di accettare e apportare il proprio consenso, potrà revisionare il documento e chiedere il consulto di specialisti per ascoltarne i pareri.


Cosa accade nei casi di non-diagnosi?

Nelle situazioni in cui non fosse diagnosticato alcun disturbo a fronte di studenti che presentano difficoltà, non risulta obbligatoria la creazione di un Piano Didattico Personalizzato. È però auspicabile e preferibile che, avendo registrato degli impedimenti nel bambino, la scuola si attivi nella stesura di strategie che possano aiutare e stimolare lo studente. Inoltre, potrebbe essere lo stesso clinico, dopo aver escluso la presenza dei disturbi, a consigliare alle famiglie un supporto scolastico per il proprio figlio.
Sebbene, quindi, la scelta sia in questo caso informale e non regolata per legge, qualora venisse scelto di costruire un PDP non ci sarà alcuna differenza con quanto descritto in precedenza. Il piano rappresenterà un contratto scuola-famiglia e verrà controfirmato da entrambe le parti.


Che cosa prevede il Piano Didattico Personalizzato?

Il PDP è una somma di misure strutturate e stilate secondo una normativa. Ma non solo: questo sarà aperto a qualsiasi tipo di revisione e modifica indicata dai docenti che lo creeranno in base alla propria esperienza e alle necessità degli alunni coinvolti. Generalmente, questo comprende strategie di lavoro integrate per ogni materia. Tra i classici esempi troviamo: la riduzione dei compiti a casa o delle attività da svolgere a scuola, una programmazione anticipata delle interrogazioni o delle prove che gli studenti dovranno sostenere e la possibilità di utilizzare ausili di vario genere (mappe concettuali, formulari, calcolatrici, ecc.).
Nel caso di diagnosi, il PDP prevedrà, inoltre, una programmazione dedicata al disturbo specifico e includerà i consigli forniti dal clinico sugli strumenti da utilizzare.


Qual è l’impegno richiesto ai docenti?

Il primo e più grande sforzo richiesto ai docenti è quello della costruzione di un piano che sia adatto allo studente di riferimento. Questo impegno accresce nelle situazioni in cui non è presente una diagnosi. In tal caso, infatti, all’insegnante è richiesto un maggiore interesse nel comprendere le difficoltà del bambino per riuscire a scegliere il tipo di percorso educativo da affiancargli.

Inoltre, gli educatori sono chiamati a lavorare non solo nella dispensazione e nella compensazione dei deficit presentati dallo studente, ma anche nell’inclusione dello stesso all’interno della classe. Oltre a progettare il piano didattico, il vero impegno del docente è quello di riuscire a evitare discriminazioni nel gruppo dei pari. È frequente che gli ausili previsti vengano vissuti dagli studenti autonomi come uno strumento di privilegio. Questo potrebbe far nascere malumori e discriminazioni all’interno del gruppo. Gli insegnanti devono dunque sensibilizzare l’intera classe alla diversità e progettare interventi e strategie di didattica alternative che vedano coinvolti tutti gli studenti.

Infine, devono riuscire a sostenere i protagonisti del PDP. Coloro che presentano difficoltà, infatti, potrebbero sentirsi diversi dai propri compagni e, per questo, rifiutarsi di usare gli strumenti per loro scelti.


Come viene valutata l’efficacia del Piano Didattico Personalizzato?

Ad oggi, non esistono degli strumenti capaci di valutare la produttività di un Piano Didattico Personalizzato. Proprio per questo, clinici e ricercatori stanno lavorando per far sì che i docenti vengano affiancati nel loro lavoro da griglie di osservazione, così da comprendere se le scelte proposte siano realmente utili ed efficaci. Con Develop Players ci siamo impegnati proprio nella risoluzione di questo problema: i nostri esperti hanno pubblicato un questionario utile alla valutazione, oltre che costruito “Proffilo”, il serious game già utilizzabile da docenti e studenti.