Perché ogni DSA è diverso? L’importanza della valutazione del profilo di funzionamento cognitivo ed emozionale

DSA

I DSA non rappresentano una categoria di disturbi per i quali è prevedibile un percorso di intervento univoco.
È importante che per ogni bambino venga pianificato un percorso individualizzato che permetta la valorizzazione delle sue potenzialità.

Da sempre noi di Develop Players ricordiamo quanto sia importante considerare ogni bambino con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) come un individuo avente caratteristiche di funzionamento cognitivo ed emozionale uniche, un individuo che presenta difficoltà di apprendimento ma associa ad esse punti di forza e di debolezza specifici.

Per questo è fondamentale la creazione di un percorso di potenziamento e intervento personalizzato che permetta la valorizzazione delle potenzialità del bambino e il rafforzamento e la compensazione delle abilità compromesse al fine di favorire la sua piena realizzazione. Di questo abbiamo parlato con Sara Giovagnoli, Psicologa, Professoressa Associata in psicometria presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Bologna e membro del Servizio clinico SPEV.


Dottoressa Giovagnoli, perché è importante riconoscere la diversità tra individui che presentano DSA?

La diversità nei Disturbi Specifici di Apprendimento riguarda più aspetti, primo tra tutti le aree di apprendimento che possono essere compromesse. Generalmente le difficoltà specifiche riguardano tre principali aree: la scrittura, la lettura e il calcolo. Non necessariamente un bambino con diagnosi di DSA vede compromessa la sua abilità in tutte e tre le aree: possono essere, infatti, presenti difficoltà che riguardano solo una delle tre oppure si può avere la compresenza di difficoltà relative a più abilità-apprendimento.

Inoltre, a parità di diagnosi, si potranno presentare anche delle differenze relativamente alla severità del disturbo. Ad esempio, se due bambini presentano diagnosi di Dislessia, non è detto che la severità della compromissione dell’abilità di lettura sia la medesima per entrambi. Naturalmente le ricadute sulla prestazione saranno differenti.

Oltre alla severità della compromissione relativa all’abilità-apprendimento deficitaria, risulta di particolare importanza la valutazione della abilità cognitive trasversali all’apprendimento, ovvero le abilità di attenzione, memoria, le funzioni esecutive e le abilità logico-matematiche. Anche in questo caso, a parità di diagnosi, la compromissione o la corretta funzionalità delle abilità trasversali determineranno un profilo di funzionamento differente, con un impatto diverso sul bambino e sulla sua prestazione.

In ultimo, è importante considerare la possibile presenza di comorbidità con altri disturbi del neurosviluppo o con la presenza di sintomatologia emozionale: dobbiamo ricordarci che molti bambini con DSA possono presentare sintomatologia ansiosa, somatoforme, depressiva o problematiche legate all’autostima o al senso di autoefficacia.

È quindi necessario chiarire che ogni bambino deve essere considerato un individuo a sé stante, che presenta difficoltà specifiche, punti di forza e di debolezza e il profilo di funzionamento ed emozionale avrà un impatto differente sulla sua quotidianità e sul suo benessere. Pertanto, risulta fondamentale prevedere una valutazione approfondita che permetta la pianificazione di un percorso di potenziamento e di intervento individualizzato ed efficace.


Quali sono le difficoltà nella quale incorrono più frequentemente i clinici nel creare un percorso personalizzato?

La creazione di un percorso personalizzato deve tenere conto, come già detto, delle risorse e delle fragilità del bambino sia da un punto di vista cognitivo che emozionale. Una valutazione attenta ed approfondita funzionerà da base per decidere cosa proporre, quali metodi e strumenti possono essere adatti all’individuo che abbiamo di fronte. Oltre alla valutazione del soggetto, tuttavia, sarà importante valutare anche il suo ambiente di vita, ovvero quali risorse possono derivare dalla famiglia, dalla scuola e degli ambienti significativi in cui il bambino è inserito. L’individuazione di un percorso individualizzato ed efficacie può, pertanto, richiedere del tempo.

Una volta che progetto di intervento è stilato, sarà necessario sottoporre a verifica l’efficacia di quanto proposto. Pertanto è importante prevedere periodiche valutazioni del percorso e degli strumenti scelti, per assicurarsi che questi siano adatti e vantaggiosi, producano miglioramenti effettivi e non risultino essere un ulteriore ostacolo per il bambino. Qualora l’intervento non produca effettivi miglioramenti o vantaggi per il bambino, il clinico dovrà essere disposto a modificare ed adattare il progetto d’intervento.


Dopo aver definito il profilo del bambino questo viene condiviso con i docenti.

Una volta stilata la relazione diagnostica, questa viene condivisa con gli insegnanti per far sì che possano creare un piano didattico personalizzato. Saranno i genitori, una volta convalidata la diagnosi, a portare agli insegnanti la relazione diagnostica che dovrebbe contenere anche suggerimenti di strategie e strumenti compensativi e dispensativi per l’adattamento della didattica. Il clinico che ha valutato il bambino sarà disponibile al confronto con gli insegnanti, a rispondere a eventuali dubbi, richieste di chiarimenti e a suggerire gli strumenti e le strategie migliori da mettere in atto per il bambino.


Ci può fare alcuni esempi di che cosa significa strategia personalizzata?

Potremmo farne di numerosi, proprio per via delle grandi diversità che i bambini presentano. Per far capire in maniera generica cosa s’intende potremmo considerare la comorbidità tra DSA e disturbi attentivi. In questi casi la parcellizzazione delle attività proposte e l’utilizzo di strumenti che riescano a mantenere attiva l’attenzione dello studente, come ad esempio l’impiego di potenziamenti cognitivi basati su applied game, potrebbero risultare particolarmente efficaci.

In presenza di una forte componente ansiosa, tale da creare significative interferenze con le attività svolte dal bambino, sarebbe auspicabile condividere con lui il programma delle attività che verranno svolte nei giorni successivi (specificandone tempistiche e modalità). L’anticipazione riduce l’ansia e permette al bambino di prepararsi in modo adeguato ad accogliere la giornata scolastica o l’incontro di potenziamento.  


È possibile applicare un piano didattico personalizzato senza che gli studenti interessati si sentano racchiusi in una categoria diversa e separata dal gruppo dei pari?

Il rischio che ci sia una sorta di stigmatizzazione è sempre presente: per questo i docenti potrebbero decidere di estendere l’utilizzo di alcuni strumenti o attività di potenziamento proposte all’intera classe. Dove gli ausili sono utilizzabili e utili ai soli studenti con DSA, sarà invece necessario lavorare sulla conoscenza e la consapevolezza degli studenti. La classe deve capire che cosa significa avere un Disturbo Specifico dell’Apprendimento e conoscere i diritti dei bambini che presentano questa diagnosi. In questo senso è importante sottolineare e far comprendere che l’uso di strumenti specifici non è un privilegio, ma un diritto, così come è importante far comprendere cosa si intende per strumento compensativo.
Uno degli esempi maggiormente utilizzati è quello degli occhiali da vista: chi non vede bene utilizza gli occhiali da vista che altro non sono che uno strumento compensativo. I bambini non ne possono fare a meno ma il suo utilizzo non gli dà alcun privilegio, al contrario, permette loro di avere gli stessi “strumenti” dei compagni che non necessitano di occhiali da vista e di agevolarli nella piena espressione delle proprie potenzialità. Lo stesso vale per l’utilizzo di strumenti compensativi specifici per coloro che hanno un DSA.

Infine, ma non meno importante, è il valore del dialogo e del confronto sul tema delle differenze. È necessario ricordare agli studenti che ogni persona è differente, ha le proprie caratteristiche, i propri punti di forza e di debolezza, al di là della presenza o meno di una diagnosi.